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“È molto bravo a scuola, potrebbe fare Medicina”, quante volte avete sentito dire questa frase da qualcuno in conversazione o, addirittura, proprio tra i banchi di scuola? Sembra che esista un luogo comune secondo cui la bravura scolastica sia collegata ad un roseo futuro nella Sanità, specialmente in Italia. Nulla di strano, almeno fino a quando chi non ha queste stesse caratteristiche viene scoraggiato dall’inseguire il proprio sogno di diventare medico. Spesso succede anche questo.
Non è difficile immaginare da dove provenga questo luogo comune. Fin dai tempi antichi la figura del medico è stata considerata di grande importanza e valore, proprio perché custode di conoscenze spesso precluse al resto dei cittadini e in grado, quasi per magia, di trovare la combinazione per curare i mali. Studiare per poter diventare un medico è sempre stato un lusso per pochi, come lo era in generale l’istruzione fino all’inizio del Novecento. Chi riusciva quindi ad accedere a questo privilegio aveva le possibilità economiche per farlo e anche una mente brillante e predisposta. Diventare medico significava essere colti e preparati, avere “cervello fino” e insieme la fortuna di aver potuto studiare con profitto. Le origini del mito partono chiaramente da qui e, come spesso accade con questo tipo di credenze, sono dure a morire.
L’istruzione universale e le possibilità in Italia
Nel secolo scorso, tuttavia, finalmente le condizioni per studiare sono migliorate. La scuola nel post Guerre Mondiali è tornata ad essere un luogo per tutti, indipendentemente dalle condizioni di nascita. La strada è stata ancora lunga e irta di salite, ma con l’Università Pubblica tutti hanno avuto la possibilità di studiare Medicina e diventare medici. Inoltre, a differenza di come sono costruiti i sistemi scolastici negli altri Paesi, la scuola italiana non ha mai avuto la bravura o il successo nei voti come requisito di base per proseguire nello studio. Un principio che anche le università hanno rispettato: indipendentemente dalla scelta fatta alla scuola superiore e dal profitto ottenuto dall’esame di maturità, tutti possono iscriversi ai corsi e perseguire la carriera da loro desiderata.
In Francia, ad esempio, i risultati scolastici del singolo influenzano profondamente la sua carriera futura a partire dalle scuole elementari. Oltre una certa fascia di risultati si potranno poi scegliere scuole sempre migliori, fino all’Università e negli studi successivi. Esistono quindi dei percorsi che sono preclusi agli studenti francesi “meno bravi” e Medicina è tra queste.
L’ostacolo del Test
In Italia, chiunque può frequentare Medicina a patto di superare il test di ingresso. Anche il test, che è di fatto uno sbarramento contro cui tanti studenti combattono da anni, non è facilitato per chi arriva dalla scuola superiore con buoni voti: tutti hanno la stessa possibilità di superarlo, se studiano per farlo. Ma è vero che chi è stato bravo a scuola studierà più facilmente e riuscirà a superare il test? Non è detto. Le materie fondamentali per il test di Medicina non sono particolarmente approfondite nella scuola superiore. Di certo il Liceo Scientifico, per scelta di studi, corrisponde maggiormente alle necessità del test rispetto ad altre scuole. Eppure, con la semplice preparazione scolastica e senza alcuno studio aggiuntivo, nessuno studente di liceo Scientifico si ritroverà l’ammissione garantita. Per non parlare di chi eccelle in altre scuole, in cui le materie sono molto lontane da quelle richieste e dove il collegamento è ancora più sottile.
Essere “bravi a scuola” è quindi necessario per diventare medici? No, è un luogo comune senza fondamento. Esistono tante persone che, per ragioni multifattoriali, hanno rendimenti nella media durante le scuole superiori e, inseguendo il loro sogno, arrivano invece all’eccellenza. Se anche voi siete tra questi, non dubitate di voi stessi. Tutti possono fare Medicina e diventare degli ottimi professionisti della salute. Anzi, è giusto che a chiunque venga data la possibilità di tentare.
Se però la bravura scolastica non influenza l’ingresso, il test e il numero chiuso restano l’unico ostacolo ad una facoltà di Medicina aperta a tutti. La ministra dell’Università Annamaria Bernini ha promesso un cambiamento e un superamento del test. Lo aspettiamo.