Gli scenari per un eventuale abolizione del numero chiuso per l’accesso a Medicina nei prossimi anni
Il test di medicina del 2020 tra coronavirus e imbuto formativo è stato oggetto di diverse polemiche. Innanzitutto, mantenere il distanziamento sociale durante una prova a cui normalmente si presentano circa 60.000 persone è un’impresa ardua. Per questo, sono state vagliate senza successo alcune alternative, poi accantonate per lasciare spazio solo a degli accorgimenti specifici sugli atenei e le aule, ma per un brevissimo momento è sembrato che tutto dovesse cambiare. Vediamo assieme, dunque, cosa può cambiare per l’abolizione del test di medicina dopo il 2020.
Le indiscrezioni sul test a numero chiuso
Nei giorni che hanno preceduto la pubblicazione del decreto, sul web circolavano le notizie più disparate: abolizione del test solo per questo anno accademico, blocco delle iscrizioni per il 2020, test scaglionati su giorni differenti… Probabilmente, in una situazione emergenziale come quella degli ultimi mesi una riflessione seria sul test di medicina non era possibile, ma sarebbe oltremodo auspicabile che venisse fatta per la prova del prossimo anno. Per avviare una riforma utile sarebbe opportuno partire da alcune fondamentali riflessioni analizzando:
- le criticità che si presentano ogni anno ai test (domande non inedite, aule non schermate…);
- il percorso di studi degli ammessi, per capire se il test è adeguato ad individuare coloro che hanno realmente le potenzialità per diventare medici;
- la proiezione del fabbisogno di medici del paese a lungo termine suddiviso in base alle specializzazioni compresa la medicina generale.
Valutando questi tre elementi fondamentali, emergerà probabilmente quello che noi ormai riscontriamo a settembre di ciascun anno, ossia:
- spesso la prova presenta delle gravi criticità e problematiche, rischiando talvolta di essere falsata;
- le modalità con le quali si stabiliscono le domande dei test forse dovrebbero essere riviste;
- in linea generale in Italia mancano i medici perché non c’è mai stata una adeguata analisi del fabbisogno nazionale correlata al successivo accesso alle scuole di specializzazione che ormai è uno step obbligatorio e che quanto meno dovrebbero essere in grado di recepire annualmente il numero di laureati in medicina per ciascun anno.
I possibili scenari futuri: una valutazione complicata
È difficile fare una valutazione sulle prospettive future; al momento, tutte le potenziali ipotesi prese in considerazione si sono rivelate fake news. Giova, però, ricordare che ormai da qualche anno politici di varie aree si stanno interessando all’argomento e che già sono state presentate proposte e disegni di legge funzionali a risolvere il problema. In alcuni casi, hanno preso in considerazione l’abolizione tout court del numero chiuso, oppure l’accesso libero e una selezione dopo il primo anno di iscrizione alla facoltà in base al reale rendimento dello studente nel percorso di studi.
È difficile fare previsioni sulle prospettive future, ma si può ragionevolmente ipotizzare che almeno per il prossimo anno accademico dovranno essere presi dei provvedimenti per migliorare l’accesso alla facoltà di medicina e odontoiatria, perché ormai da troppi anni i diritti degli studenti finiscono per essere riconosciuti solo attraverso azioni legali.