Il test per le professioni sanitarie 2024 si terrà il 5 settembre, come recentemente annunciato dal MUR. Le modalità di svolgimento, la data della prova e gli argomenti vengono stabiliti centralmente dal Ministero dell’Università e della Ricerca che determina anche i posti disponibili su base nazionale.

Il test

Il test comprende 60 domande, che variano da ateneo ad ateneo. Si svolge in modalità cartacea e ogni università gestisce in modo autonomo la pubblicazione delle graduatorie, anche se la data del test è unica in tutta Italia. Le modalità di svolgimento del test per il 2024 saranno specificate in un decreto del MUR che verrà pubblicato nei prossimi mesi. Il Ministero stabilisce i posti disponibili su base nazionale, mentre i contenuti delle domande sono competenza di ciascun ateneo.

Attenzione ai bandi interni delle Università

Le università gestiscono le proprie graduatorie interne, che possono essere stilate in base a preferenze o merito. Le informazioni per l’iscrizione al test, le scadenze per il pagamento del contributo di partecipazione e altre indicazioni sulla prova d’ammissione si trovano nei bandi interni di ciascun ateneo. Ogni anno, più di 70.000 candidati partecipano ai test per le professioni sanitarie. Anche se il test si svolge contemporaneamente in tutta Italia, le domande variano da ateneo ad ateneo. Alcune università affidano la redazione del test al CINECA, per cui in questi casi i contenuti possono essere uguali o simili. Gli argomenti del test sono stabiliti dalle linee guida del bando pubblicato dal Ministero, che include il numero di domande e le materie trattate.

L’anno scorso, i posti disponibili erano 31.703, suddivisi tra vari corsi come infermieristica, fisioterapia, logopedia, e altri. Il bando per il test del 2024 conterrà anche la lista degli argomenti da studiare per prepararsi adeguatamente.

La graduatoria

Un altro aspetto importante da ricordare riguardo al test per le professioni sanitarie 2024 è che, a differenza dei test per Medicina o Veterinaria, non ci sarà una graduatoria nazionale unica.

Ogni università, infatti, pubblicherà la propria graduatoria e la gestirà in modo completamente autonomo, seguendo le modalità indicate nel proprio bando.

Esistono due tipi di graduatoria: quella basata sulle preferenze e quella basata sul punteggio. Nella graduatoria per preferenza prevale la prima scelta rispetto al punteggio: l’università prepara una graduatoria per ogni corso in base alle preferenze espresse. Se rimangono posti, vengono assegnati a chi ha indicato quel corso come seconda opzione e così via. Nella graduatoria per punteggio che è la più diffusa, c’è una graduatoria unica, in cui i posti vengono assegnati partendo dal punteggio e poi seguendo l’ordine di preferenza. In caso di parità di punteggio, prevale il punteggio ottenuto nella sezione (e in quest’ordine) di biologia, chimica, fisica e matematica, ragionamento logico e competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi.

In ogni caso, è bene tenere a mente che di solito le graduatorie vengono pubblicate una o due settimane dopo l’esame.