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Attua percorsi psicologici ed educativi per comunità e soggetti in situazioni personali svantaggiate: è l’educatore professionale sanitario, una delle professioni sanitarie che si sta rivelando più importante negli ultimi anni. Proprio per la sua variegata applicabilità, l’educatore professionale sanitario (EPS) è centrale in vari contesti come comunità di anziani, centri per le dipendenze, asili e carceri. Esaminiamo per bene in cosa consiste il suo ruolo, la sua formazione e i contesti lavorativi nei quali può esprimersi al meglio.
Formazione di un educatore professionale sanitario
Chi vuole intraprendere questa professione deve innanzitutto superare il test a numero chiuso per le Professioni sanitarie. Ogni anno il Ministero dell’Università pubblica i fabbisogni delle singole professioni comprese nella prova, il numero di educatori riguarda tutta Italia ma è distribuito in maniera varia negli atenei universitari, dunque è necessario tenerlo bene d’occhio.
La formazione di un EPS dura tre anni e si conclude con la laurea, gli studi sono accompagnati da vari periodi di tirocinio propedeutici ad iniziare il lavoro subito dopo. Per esercitare la professione sarà necessario essere iscritti all’albo corrispondente. Chiariamo però una piccola differenza formativa: esistono due tipi di educatore.
Differenza tra educatore professionale sanitario e educatore professionista
L’educatore professionale sanitario viene da un corso di laurea in Professioni sanitarie (SNT-02) e può poi proseguire con una magistrale nello stesso settore (LM-SNT-02). L’educatore professionista, invece, proviene da una laurea di tipo socio-pedagogico (L-19) e prosegue in questo senso anche con la magistrale (LM-50, LM-57, LM-85, LM-93). Entrambi afferiscono allo stesso albo professionale, ma le qualifiche sono diverse. L’EPS sarà poi obbligato con cadenza diversa, a seguire corsi ECM per il perfezionamento della propria formazione come tutti gli altri operatori delle professioni sanitarie.
Le competenze dell’EPS
Al centro del lavoro dell’educatore professionale sanitario c’è un’ottima conoscenza di psicologia, pedagogia e sociologia. Proprio al fine di relazionarsi in maniera favorevole con tutti i soggetti e gli ambienti con cui verrà messo in contatto per migliorare una situazione presente. Non dovranno poi mancare conoscenze in nutrizione, primo soccorso e sicurezza personale. Quali sono le sue mansioni principali?
- Osservare il proprio gruppo di riferimento e individuarne necessità, punti di forza e debolezza
- Pianificare un intervento personalizzato per soggetti o comunità a lui affidate
- Portare avanti il piano per tutto il tempo necessario con le metodologie più efficaci rispetto al contesto che gli viene offerto. Se necessario, aggiustare il piano in itinere
- Collaborare con equipe di altri professionisti, in sinergia per raggiungere i migliori progressi per la comunità o la persona a loro affidata. Tra questi: medici, insegnanti, psicologi, terapisti occupazionali
Dove lavora l’educatore professionale sanitario
L’educatore può avere a che fare con numerosi ambienti lavorativi diversi e, per ognuno, avrà necessità di sviluppare skills aggiuntive. Vediamole.
Asilo nido e scuola dell’infanzia
Lavorare in un asilo nido e nelle scuole dell’infanzia necessita una preparazione maggiore dal punto di vista pedagogico-evolutivo. Si dovranno creare spazi di gioco e apprendimento per i bambini e assisterli mentre imparano a relazionarsi con gli altri. In aggiunta, l’educatore svolgerà un ruolo fondamentale nel creare un dialogo con le famiglie.
Strutture per malati cronici
In questo cado l’EPS affronta insieme ai pazienti una condizione molto difficile da accettare per una persona: la malattia. In questo caso si possono organizzare sessioni singole e di gruppo con i partecipanti, per accompagnarli nello svolgimento delle terapie e, se non si può trovare una guarigione, almeno una buona cooperazione che punta al miglioramento.
Centri anziani ed RSA
Con l’età si accentuano molte delle problematiche dell’uomo. Anche la comunicazione può risultare più difficile. L’EPS in questo caso favorirà l’attività collettiva e inviterà gli ospiti a ritrovare il benessere. Oltre a un percorso comunitario, il singolo paziente offre molti spunti di risoluzione.
Comunità di recupero e carceri
Questi luoghi mettono alla prova molte delle skill dell’educatore professionale sanitario. Da un lato si affrontano persone che hanno vissuto una dipendenza e stanno cercando di superarla per reinserirsi in società. Qui l’educatore potrà aiutare gli ospiti a immaginare la propria nuova vita all’esterno e aiutarli a interrompere, con altri professionisti, meccanismi psicologici che si sono rivelati dannosi in precedenza.
Anche nel caso delle carceri si attraversa con il paziente un percorso di rieducazione, a cui si aggiunge anche la gestione della difficile situazione psicologica attuale. L’educatore dovrà anche trovare un modo per riappianare i conflitti e ritrovare un equilibrio con le famiglie e con il mondo del lavoro.
Centri di inserimento culturale
Lavorare con gli stranieri necessita anche una conoscenza di lingue e culture diverse che l’educatore professionale sanitario dovrà avere. Qui andranno create nuove connessioni tra persone che vogliono integrarsi da molti punti di vista diversi. Si dovrà agire con mediatori culturali e medici, superando barriere linguistiche, religiose e relazionali. Fondando le basi perché poi gli ospiti possano cominciare a vivere serenamente nel nuovo contesto, nonostante il dramma trascorso per arrivarci.