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Il 22 luglio 2022 sono scaduti i termini per l’iscrizione alle prove di ammissione al test per la facoltà di medicina e odontoiatria, ma intanto i Tribunali amministrativi continuano a gestire i ricorsi degli studenti relativi alle irregolarità dello scorso anno. Recentemente ha fatto notizia un provvedimento del TAR Lazio in materia di immatricolazione al corso di laurea per uno studente non ancora diplomato.
Il caso dello studente non ancora diplomato
Lo studente che ha dato avvio all’azione legale aveva sostenuto il test nell’anno accademico 2021/2022 superando la prova con il punteggio di 41.70, però al momento della pubblicazione della graduatoria in fase di procedura di immatricolazione si era reso conto che il diploma era un requisito essenziale, anche se non necessario in sede di iscrizione alla prova.
Dunque, il ricorrente con apposita istanza richiedeva all’ Università di Messina la possibilità di essere ammesso all’immatricolazione per l’anno accademico 2022/2023, previo conseguimento del diploma nell’anno scolastico 2021/2022, domandando così in sostanza che gli venisse riservato il posto per l’anno accademico successivo a quello per il quale aveva svolto il corso. Sia l’Università di Messina che successivamente il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca non accoglievano la richiesta.
Il TAR Lazio nega l’immatricolazione
Il ricorrente aveva sostenuto che la procedura di iscrizione, possibile anche in assenza di diploma, aveva ingenerato una legittima aspettativa, poi delusa, circa la possibilità che in caso di superamento della prova avrebbe potuto effettuare l’iscrizione.
Il TAR analizzata la questione ha ritenuto il ricorso infondato con la sentenza 9334 del 7 luglio 2022.
Innanzitutto, ha rilevato che tutte le normative in materia di ammissione ai corsi universitari, anche non a numero chiuso, presuppongono che lo studente sia in possesso di un diploma di scuola secondaria o di un titolo equivalente se pur conseguito all’estero.
Ogni bando si riferisce ad uno specifico anno accademico a cui sono correlate anche le attività di valutazione del fabbisogno nazionale e della capacità ricettiva dei singoli Atenei, riservare il posto per l’anno accademico successivo avrebbe potuto determinare l’esclusione illegittima di un candidato che avrebbe potuto avere un punteggio inferiore, ma il titolo di studio necessario per l’iscrizione.
La prossima riforma per l’accesso
La questione è ancor più interessante se la si valuta in relazione alla riforma annunciata dalle istituzioni in materia di accesso alle facoltà a numero chiuso.
Non sono ancora chiare le modalità operative dei nuovi test. L’art. 13 del bando di quest’anno però, anticipa alcuni elementi. Oltre a modificare le prove vere e proprie che saranno sostituite con i test del tipo “TOLC- Test online CISIA” una delle novità più importanti è che potranno essere effettuati a partire dal penultimo anno della scuola secondaria e per due volte l’anno, così il candidato potrà utilizzare i migliori punteggi ottenuti per partecipare al concorso nell’anno accademico di effettiva iscrizione, cioè quello in cui sarà in possesso del diploma di scuola secondaria. >> Aggiornamento: Pubblicato il decreto sui TOLC, ecco cosa cambierà nel 2023
Dunque, l’obbiettivo della riforma sembra essere orientato verso l’agevolazione degli studenti più giovani e meritevoli che già negli ultimi anni del loro percorso scolastico nella scuola secondaria decideranno di dedicare del tempo alla preparazione per le prove di ammissione. Questo sembra essere assolutamente coerente con il lungo e complesso percorso accademico che medicina e odontoiatria prevedono e per il quale può essere cruciale iniziare un percorso formativo ben prima della fine delle scuole superiori. Dunque, la prova di settembre 2022 sembra essere l’ultima nella quale vedremo applicate le vecchie procedure e per chi non riuscirà a superarla ed entrare, gli anni successivi potranno essere ancora più difficili, perché ai candidati appena diplomati si aggiungeranno tutti gli aspiranti medici che ancora frequentano le scuole superiori.
Come queste due tipologie di diversi candidati si “concilieranno” in sede di graduatoria non è ancora chiaro perché il bando di quest’anno annuncia una riforma i cui dettagli sono ancora tutti da definire, ma considerando che l’attuale procedura in essere ha creato criticità dalla data di approvazione fino quantomeno allo scorso anno in molti sono perplessi sulle potenzialità risolutive della nuova riforma.