Almeno 5 anni di università e poi che fare? I lavori dopo la facoltà di Medicina
Decidere di intraprendere la facoltà di Medicina è spesso descritto come un investimento per il proprio futuro. La professione medica è considerata sicura, stabile. I lunghi anni di studio vengono ripagati da un lavoro difficile ma pieno di soddisfazioni. Chi però sceglie di perseguire questa carriera non ha sempre un quadro completo su quello che potrà fare. È necessario conoscere tutti gli sbocchi lavorativi di chi segue il percorso di Medicina.
Una laurea abilitante
La prima cosa che è importante sapere è che la laurea in Medicina è da subito abilitante. Dunque, un neolaureato, prima ancora di scegliere se specializzarsi può esaminare varie possibilità di fronte a sé. Tra gli sbocchi lavorativi post Medicina:
- Sostituzione dei medici di base e dei pediatri per ferie o assenza (30 giorni)
- Lavorare come medico in manifestazioni, eventi sportivi e fiere
- Fare la Guardia medica in continuità assistenziale, prevista per urgenze notturne, festive e prefestive
- Fare prelievi nei laboratori analisi
- Lavorare nei presidi sul territorio, come “tamponatori” o nella gestione dei triage pre-ingresso
- Insegnare nei corsi di Primo Soccorso.
Non si tratta certamente di impieghi duraturi, ma sono delle soluzioni utili per chi dopo tanti anni di studio vuole mettersi alla prova. Inoltre, sono introiti che possono accompagnare anche un percorso più complesso, come quello della specializzazione.
La specializzazione
Specializzarsi per un medico è la strada più difficile ma sicuramente la più gratificante: che offre un lavoro a tempo indeterminato. Prima di poterlo ottenere serve superare un concorso di ammissione e frequentare una scuola di specializzazione delle 56 presenti in Italia. Dopo cinque anni di formazione, il posto di lavoro è assicurato. A dimostrarlo sono anche i dati Almalaurea, che certificano che a 5 anni dalla laurea il 95% degli studenti di Medicina ha trovato uno degli sbocchi lavorativi.
La medicina generale
A questa si aggiunge il percorso del medico di medicina generale per il Ssn. Anche in questo caso servono tre anni di formazione e il superamento di un concorso bandito a livello regionale. Si può scegliere, in alternativa al Ssn, un’altra istituzione pubblica nazionale. Divento medico dell’Inps o dell’Inail, medico nelle carceri, nella Protezione Civile o nei servizi d’emergenza e infine medico militare.
Imbuto formativo e numero chiuso
Non si può dire che gli sbocchi lavorativi dopo Medicina siano pochi, eppure sono ancora troppi i neolaureati che rimangono a lungo intrappolati nel famigerato “imbuto formativo”. Ovvero quel surplus di giovani che non riescono a superare il concorso per la specializzazione e ne inseguono il sogno per tanti anni, sperando di rientrare finalmente nel fabbisogno statale. Causa di moltissimi ricorsi ogni anno.
Si è discusso molto, anche per questo, dell’abolizione del numero chiuso e della riorganizzazione del sistema universitario che coinvolge gli studenti in Medicina, ma per ora nessun passo è stato fatto.